martedì 24 marzo 2015

Le Cronache del Ghiaccio e del Fuoco - I Fiumi della Guerra - George R. R. Martin

Titolo originale: A Storm of Swords
Pagine: 457
Casa Editrice: Mondadori
Anno uscita americana: 2000
Anno uscita italiana: 2003

Dopo una pausa dalle Cronache, presa per tenere fede all'impegno preso con la Lega dei Lettori del blog Il Profumo dei Libri, eccomi qui a riparlare delle Cronache del Ghiaccio e del Fuoco. 
Sono finalmente arrivata alla fine del sesto volume italiano di questa favolosa saga, un romanzo che ha dato una bella botta alla trama, cambiando un po' di carte in tavola e rovesciando degli equilibri che si erano venuti a creare.

Diamo il via alla trama!

Oltre la Barriera le cose si erano messe parecchio male e continuano ad andare male per i prodi Guardiani della Notte, la confraternita è infatti stata malamente sconfitta dai morti che camminano al Pugno dei Primi Uomini e coloro che sono riusciti a scappare fanno una camminata a tappe forzate verso la Barriera. Si fermeranno ad un certo punto al Castello di Craster, un bruto, dove purtroppo ci sarà una rivolta interna e molti perderanno la vita.
Jon Snow nel frattempo balla coi bruti, che simpatica eh? Bando alle cagate, Snow è un po' indeciso su quello che prova. Essere un Guardiano della Notte o essere un uomo libero di amare la baciata dal fuoco Ygritte? Il suo onore avrà la meglio ed una volta scalata la Barriera cercherà un modo per avvertire la confraternita dell'arrivo dei bruti.
Poco distante dalla Barriera c'è Bran Stark con Jojen e Meera Reed e Hodor. Continua il loro viaggio verso la fine del mondo, non si sa ancora per quale motivo stiano compiendo questa gita di piacere, quello che sanno è che stanno andando verso il destino del giovane spezzato.
Nel frattempo alla Roccia del Drago Stannis è sempre più offuscato dalla donna Rossa Melisandre, fortunatamente al suo fianco continua ad esserci Davos Seaworth, cavaliere della cipolla e suo nobile e fedele servitore. Stannis decide di nominarlo Primo Cavaliere del Re.
Nelle Terre dei Fiumi troviamo Arya, Robb e Catelyn. Insieme? Che speranze! 
Arya è stata catturata dalla compagnia di Beric Dondarrion, che vuole chiedere un riscatto al Re del Nord in cambio della ragazzina. Robb e Catelyn nel frattempo devono affrontare
Il simpatico Walder Frey
la rabbia di Walder Frey per il mancato patto matrimoniale. Robb ha un estremo bisogno di tornare al Nord per riconquistarlo dai Greyjoy, l'unico modo è passare per le Torri Gemelle detenute da Lord Frey e fare un altro patto matrimoniale con lui, che in questo caso ha come protagonista il fratello di Catelyn: Edmure Tully Lord di Delta delle Acque.
Negli stessi territori troviamo anche Brienne di Tarth e Jaime Lannister, entrambi prigionieri dei Guitti Sanguinari. Vengono portati ad Harrenhal dove regna ancora Lord Bolton, alfiere degli Stark. Bolton capisce che forse è meglio riconsegnare Jaime Lannister al padre senza fare altre cazzate. Con una scorta lo rimanda allora ad Approdo del Re.
Ad Approdo del Re avevamo lasciato Sansa e Tyrion, vi ricordate come Lady Olenna
la Regina di Spine aveva proposto a Sansa un matrimonio Tyrell? E vi ricordate come Sansa fosse felice alla prospettiva? Ecco, lasciamo che Sansa sia infelice a vita. Tywin Lannister decide di darla in sposa al Folletto, per la gioia di Tyrion, ma soprattutto di quella del giovane uccellino.
Infine nelle Isole al di là del Mare Stretto Daenerys guida il suo esercito di Immacolati alle porte di un'altra città di schiavisti: Yunkai, pretendendo la liberazione degli schiavi.

Ed ora la mia modesta opinione su tutto ciò.
Super spoiler d'ora in poi!
Allora, parliamoci chiaro. Quante imprecazioni sono state tirate alla morte di Robb Stark? Non so voi, ma io ne ho tirate molte. Non solo non ci potevo credere, ma accidenti, è mai possibile che sei una bella persona allora secondo Martin devi morire? 
Terrificante la scena delle "Nozze Rosse" e terrificante il punto di vista narrato, ossia quello di Catelyn, la madre che si vede macellare il figlio davanti agli occhi. Una disgrazia inenarrabile, e affanculandia tutte le speranze che molti secondo me si erano fatti di vedere uno Stark sul Trono di Spade. Ed ecco uno stralcio delle aspettative andate in fumo di Catelyn.
"Ancora poco tempo, e il peggio sarà passato." L'indomani, a quella stessa ora, Robb sarebbe stato in marcia verso un'altra battaglia, questa volta contro gli uomini di ferro al Moat Cailin. Era strano, eppure quella prospettiva era quasi un sollievo. "Vincerà, ha vinto tutte le battaglie, e gli uomini di ferro adesso sono privi di re. Ned gli ha insegnato bene." I tamburi continuavano a martellare.
Ho personalmente adorato le parti con Jon Snow, amo tutto ciò che riguarda la Barriera e sono rimasta col fiato sospeso per la maggior parte della battaglia combattuta al Castello Nero, per quanto io l'avessi anche già letto. Un velo di tristezza per la morte di Ygritte, ma non poteva essere altrimenti.
«Tu sei mio» ansimò. «Mio, come io sono tua. Se moriamo, moriamo. Tutti gli uomini devono morire, Jon Snow. Ma prima, dobbiamo vivere. » «Sì.» La voce di Jon era roca. «Prima dobbiamo vivere.» Ygritte sogghignò a quelle parole, mostrando a Jon i suoi denti storti che in qualche modo lui aveva imparato ad amare. "Selvaggia fino al midollo" pensò di nuovo, sentendo alla bocca dello stomaco un vuoto scavato dalla tristezza.
Jon ed Ygritte
Interessante il cambiamento di Jaime Lannister, che lo Sterminatore di Re si sia fatto crescere un cuore dopo aver perso la mano? Mai avrei pensato di dirlo, ma inizia a piacermi. Ed ora sono due i Lannister per cui faccio il tifo. Vediamo se poi mi dovrò di nuovo ricredere sul suo conto. Poi lui e Brienne fanno un'ottima coppia, peccato che lui sia tanto fissato con la sua preziosa Cersei.
«Sei così codardo?» Quella parola lo sconvolse. Lui era Jaime Lannister, cavaliere della Guardia reale. Era lo Sterminatore di Re! Nessun uomo aveva mai osato chiamarlo codardo. Gli avevano dato molti altri appellativi, certo: spergiuro, mentitore, assassino. Dicevano di lui che era crudele, infido, temerario. Ma codardo, questo mai. «Che altro mi resta, se non la morte?» «La vita» rispose Brienne di Tarth. «La vita e la lotta e la vendetta.»
Povera Arya invece che continua ad essere sballottata qua e là come una trottola, prima coi Guardiani della Notte, poi alla mercé della Montagna, passata di mano poi a Bolton, scappata per finire tra le reti di Dondarrion ed infine rapita dal Mastino. Ma che sfortuna c'hai piccia? Sfortuna e fortuna però perché se fosse arrivata qualche ora prima alle Torri Gemelle sarebbe morta anche lei, garantito. Vedremo che fine Martin le farà fare, a quanto pare è destino degli Stark morire tutti a caso. Per il momento posso dire che l'accoppiata Arya e Mastino non mi dispiace, lui non è così male come vuole far credere.
«Ficcatevi le vostre spade su per il culo. Voi e io siamo la stessa cosa. C'è un'unica differenza: io non mento sulla mia identità. E allora uccidetemi pure, ma non chiamate me assassino mentre voi ve ne state lì a dirvi gli uni agli altri che la vostra merda non puzza di merda. Avete capito?»
Sansa invece continuo a non sopportarla, io capisco la tristezza che c'hai addosso perché il mondo ti odia e perché tutte le sfighe della vita ce le hai te, ma perché prendertela con quel poveretto di tuo marito? L'unico Lannister che non vuole farti del male, che vuole che tu stia bene e tu lo tratti come se fosse una merda spiaccicata sotto la tua scarpetta da lady? Vergognati, potrebbe darti davvero tanto, peccato che tu sia troppo schizzinosa anche solo per provarci.
«Una bambina» ripeté lui. «Ma io ti voglio. Questo ti spaventa, Sansa?» «Sì.» «Spaventa anche me. So di essere brutto...» «No, mio...» Tyrion si puntellò sul letto, alzandosi in piedi. «Non mentire, Sansa. Sono deforme, pieno di cicatrici e piccolo, ma...» Lei lo vide andare alla ricerca delle parole adatte. «... nel letto, dopo che le candele sono state spente, non sono fatto peggio degli altri uomini. E al buio, sono il cavaliere dei Fiori.» Mandò giù altro vino. «Sono generoso. Sono leale verso chi è leale con me. Ho dimostrato di non essere un codardo. E sono più astuto di molti, e certo l'intelligenza conta qualcosa. Posso addirittura essere gentile. La gentilezza non è la maggior virtù di noi Lannister, temo, ma so che esiste, da qualche parte dentro di me. Io potrei... potrei andare bene per te.»
 Citazione preferita:
«Sul mio onore di Lannister» disse il Folletto. «Io non ti toccherò fino a quando tu non vorrai che lo faccia. » Ci volle tutto il coraggio che era in lei per guardarlo in quei suoi occhi asimmetrici. E per dire: «E se io non lo volessi mai, mio signore?». «Mai?» La bocca di Tyrion si contorse come se fosse stato schiaffeggiato in piena faccia. Sansa riuscì a stento ad annuire tanto il suo collo era rigido. «Ecco perché...» Tyrion Lannister annuì. «Ecco perché gli dei hanno creato le puttane: per piccoli mostri come me.» Serrò a pungo le dita corte, tozze, e scese dal letto. 

Voto««««  gli darei anche di più, ma non vorrei esagerare.

Domanda: Quando ad Arya viene data la moneta da Jaqen questi gli dice di imparare a memoria la frase Valar Morghulis, in quanto le servirà più avanti. Non le dice che significa, dunque com'è che Arya scopre il significato della suddetta frase? Errore di Martin o errore di traduzione? 
"Valar Morghulis" fu l'unico pensiero di Arya. "Tutti gli uomini devono morire."

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