lunedì 1 giugno 2015

Oro Rosso - Tom Hillenbrand

Titolo originale: Rotes Gold: Ein Kulinarischer Krimi. Xavier Kieffers zweiter Fall
Pagine: 243
Casa Editrice: Atmosphere Libri
Uscita tedesca: 2012
Uscita italiana: 2015

Scrivere questa recensione non è stato facile, ero abbastanza indecisa su cosa scrivere e che giudizio dare a questo romanzo. Non perché non mi fosse piaciuto per niente, ma per il semplice fatto che ho scoperto che questo non è esattamente il mio genere. Volevo però essere assolutamente obiettiva, nonostante tutto non lo ritengo un brutto romanzo, anzi. Dunque la mia difficoltà è stata evidente, e forse si noterà anche dal mio modo di scrivere... Ad ogni modo, iniziamo.
Oro Rosso è il secondo libro del ciclo di Xavier Kieffer, cuoco lussemburghese alle prese con la risoluzione di crimini in ambito culinario. Il sottotitolo è: Vivere o morire per il sushi, si capisce dunque immediatamente di cosa tratterà principalmente il romanzo. 

Dunque, via con la trama!

Il rinomato cuoco lussemburghese Xavier Kieffer, dopo aver risolto il suo primo caso ed essersi tirato fuori dai guai, viene invitato ad una importante cena di gala, dove Mifune, il più grande cuoco di sushi se non del mondo sicuro dell'Europa, servirà la cena. Come in ogni giallo che si rispetti succede però la tragedia: Mifune muore avvelenato. Una tragedia o un omicidio premeditato? Sono in molti a chiedersi qual è la verità. Il sindaco di Parigi, Allegret, decide allora di incaricare Xavier per risolvere il caso e salvargli la faccia nelle imminenti elezioni. 
«Da qualche parte, nell'animo flemmatico del mio cuoco personale, sonnecchia un terrier, un segugio, un grande detective della cucina.»
Tonno Rosso
Xavier tuffandosi nel mondo della cucina giapponese scoprirà che esistono pesci ben più preziosi di una vita umana.
Il giapponese restituì a Kieffer il foglietto con il menù e lo guardò negli occhi. «Ascolta bene: se c'era uno in questa città, anzi, in questo continente, che di sicuro non poteva avvelenarsi con il tako, quello era Ryunosuke Mifune.»
Ed ora la mia modesta opinione su tutto ciò.
Non mi dispiacciono i gialli, anzi ne ho letti molti nella mia vita, c'è proprio stato un periodo che non facevo altro. Questo però devo dire che non mi ha dato quello che secondo me un thriller dovrebbe darmi. 
Hillenbrand scrive sicuramente bene, questo è fuori da ogni dubbio. L'unica sua pecca è la prolissità ed il perdersi ogni tanto in descrizioni. Infila nella narrazione troppi nomi di ricette in francese, troppi nomi di strade belghe, francesi, lussemburghesi che distraggono il lettore dalla reale trama. Uno stile dunque molto descrittivo che può piacere come no, io solitamente preferisco un po' più d'azione.
Il giallo in sé è ben costruito, ma la lentezza rovina leggermente la suspance. Sai più o meno dall'inizio chi ha ucciso Mifune, e la storia serve solo a confermare coi fatti ciò che Kieffer sospetta dall'inizio. 
I personaggi non sono molto caratterizzati, ma quanto serve in realtà per capire il loro ruolo nella vicenda. Carina e di contorno la storia tra Kieffer e la sua compagna Valérie. Non aggiunge niente alla trama, dà semplicemente un tocco in più. 
Sushi di tonno rosso
Molto interessante comunque il tema, da totale ignorante del mondo del sushi, non avevo idea di quanto importante fosse l'uso del tonno rosso e non sapevo neanche che quest'ultimo fosse ormai in via d'estinzione. Una cosa è certa, leggendo questo romanzo mi è venuta più di una volta la voglia quasi incontrollabile di sushi, leggendo ogni tanto le descrizioni quasi riuscivo a sentire il sapore del pesce crudo in bocca.
«Sorry, ma voi nasoni occidentali proprio non avete idea di cosa sia il sushi. Non è la vostra cultura, non c'è niente da fare. Finché era una novità, finché venivano solo i ricconi, allora andava. A quelli potevi spiegare tutto per filo e per segno. Ma adesso ti arrivano 'sti bifolchi e tuffano nel wasabi bocconi di maguro, il tonno rosso che costa un occhio della testa. Se gli fai ingoiare bastoncini di pesce surgelati non se ne accorgono nemmeno, non c'è più nessuno che apprezzi le cose buone.»
La Mattanza in Sicilia
Ben scritta e ben strutturata tutta la parte finale, dove si parla della mattanza dei tonni in Sicilia, e dell'impianto per l'allevamento di tonni sull'isola a largo della costa siciliana. 
Un finale comunque interessante, che magari non sconvolge il lettore, ma lo porta a voler sapere il perché di tutto ciò che è successo. 

Citazione preferita:
Ci sono storie che decollano solo con grande fatica. Prima di farcela ti devi sottoporre ad un lungo e macchinoso rituale di timidi incontri al supermercato, alle feste o nell'angolo caffè di un grande ufficio open space. Altre storie, invece, nascono baciate da una buona stella e ci scivoli dentro che è un piacere, come in un bel bagno caldo. Dato che Kieffer e Valérie Gabin venivano da mondi lontanissimi, tutti erano convinti che il loro amore sarebbe stato il preludio ad un perfetto melodramma romantico. Ma furono smentiti.

Voto:

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