domenica 30 agosto 2015

Il Buio Oltre la Siepe - Harper Lee

Titolo: Il Buio Oltre la Siepe
Titolo originale: To Kill a Mockinbird
Autore: Harper Lee
Pagine: 292
Casa Editrice: Feltrinelli
Uscita americana: 1960
Uscita italiana: 1960

E per il punto che mi diceva che dovevo leggere un libro che ha vinto il Pulitzer ho allora scelto Il Buio oltre la Siepe di Harper Lee. Un romanzo di cui ovviamente avevo già sentito parlare, ma che non sapevo esattamente cosa trattasse. Ero in realtà indecisa tra questo e altri due (Pastorale Americana e Le Ore), ma alla fine mi son ritrovata questo sul kindle e mi son detta: "Dai, è arrivato il momento. Leggilo". 
Il Buio oltre la Siepe è un romanzo semplice, ma con delle tematiche abbastanza scottanti, si legge tranquillamente nel giro di poche ore e al mare. Io personalmente me lo son goduto sotto un bel sole.
- Jem - dissi - credo che Atticus abbia capito. - No, che non ha capito. Se avesse capito, l'avrebbe detto. Jem aggiunse che ero una femmina, che le femmine s'immaginano sempre le cose, che per questo gli altri le odiano tanto, e che se cominciavo a comportarmi come una di loro, potevo andarmene e cercarmi qualcun altro per giocare.
Parliamo ora di una trama.

Scout e Atticus 
Protagonista e narratrice della vicenda è la piccola Jean-Louise, chiamata da tutti Scout. Scout racconta le sue vicende estive e scolastiche dipingendoti un quadro di quelli che erano gli anni '30 in un paesino (immaginario) dell'Alabama. Suo padre, Atticus, è un avvocato affermato e assolutamente antirazzista, che prende in mano il difficile caso di un uomo di colore accusato di aver violentato una ragazza del posto. 
Il racconto, dunque, della giovinezza di Scout, unito ai difficili eventi affrontati dal padre e dalla cittadina, tutto visto dagli occhi di una bambina.
Atticus a volte aveva detto che un buon sistema per capire se un testimone mentiva o diceva il vero era ascoltarlo anziché guardarlo. I dinieghi di Tom erano pacati, senza alcun accenno d'implorazione. Capii che potevo credergli. Pareva un negro rispettabile, e un negro rispettabile non avrebbe mai varcato di sua spontanea volontà la soglia di una casa altrui
Ed ora la mia modesta opinione su tutto ciò.
Devo ammettere che forse mi aspettavo qualcosa di più. La storia è molto interessante, il tema del razzismo americano degli anni '30 è effettivamente qualcosa di avvincente, anche se avvincente forse non è la parola giusta. Mi definisco una persona assolutamente antirazzista, quindi mi piace molto leggere determinate tematiche, anche se la maggior parte delle volte finiscono per rodermi lo stomaco. Dico che mi aspettavo di più perché alla fine non si dà molto spazio alla vicenda di Tom Robinson, ma si dà parecchio spazio alle vicende della piccola Scout, ecco ero semplicemente più interessata a ciò che nel libro accade a quel povero uomo.
Ciò che la Lee forse ha voluto sottolineare con questo romanzo è il divario che c'era tra bianchi e neri in quel paesino. I bianchi, anche di fronte all'evidenza, non sono minimamente disposti a fare un passo verso i neri, ad accettarli nella loro comunità. Sono in pochi, tra cui il papà di Scout, quelli che non fanno differenze in base al colore della pelle.
Questo razzismo condurrà purtroppo all'inevitabile conclusione, nonostante un processo con prove che punteranno all'innocenza di Tom Robinson, la giuria lo condannerà. Lo condannerà perché nero, non perché realmente colpevole, ma da una società americana degli anni '30 non ci si poteva aspettare altro.
- Io non provo altro che pietà per la principale teste d'accusa, ma la mia pietà non giunge al punto di scusarla per aver gettato allo sbaraglio la vita di un uomo nel tentativo di liberarsi della propria colpa. - Dico colpa, signori, perché è stata la colpa a spingerla. Essa non ha commesso alcun delitto, ha semplicemente infranto un rigido e tradizionale codice della nostra società. Essa è la vittima di una povertà e ignoranza crudeli, ma io non posso aver pietà per lei: è una bianca, è una bianca eppure ha commesso qualcosa che nella nostra società è inconcepibile: ha baciato un uomo di colore. Essa era pienamente cosciente dell'enormità del suo gesto, ma siccome il suo desiderio era più forte del codice che stava per infrangere, non ha esitato ad infrangerlo.
Un altro tema toccato nel libro è il tema del diverso, reincarnato nel personaggio di Boo Radley. Boo è una persona solitaria che non ama la gente e non esce di casa. I bambini hanno paura di lui per questo, perché non si fa mai vedere, perché è schivo, perché è diverso da loro. Il messaggio finale che il romanzo lancia a proposito di questo è invece che non bisogna avere paura del diverso, perché diverso non vuol dire cattivo. E sarà infatti proprio il personaggio di Boo a salvare Scout ed il fratello dalla vera minaccia di questa storia: l'uomo ottuso, ossia l'uomo razzista.

Il Titolo.
Il titolo del libro in italiano si riferisce alla paura dell'ignoto e dell'oscuro, appunto il buio che c'è oltre la siepe. Il titolo in inglese "To kill a Mockingbird" che tradotto significa: uccidere un usignolo, è invece spiegato all'interno della storia stessa. Mai uccidere un usignolo perché sono uccellini utili per i campi e per il loro canto, quindi uccidere un usignolo è un grande peccato.

Citazione preferita:
- Un'altra cosa, signori. Thomas Jefferson ha detto una volta che tutti gli uomini sono stati creati uguali, una frase che gli Yankee e il matriarcato della burocrazia di Washington si compiacciono di gettarci in faccia. C'è una tendenza, in questo di grazia 1935, in certa gente, ad usare questa frase isolatamente, ridicolmente. Noi sappiamo che non tutti gli uomini sono stati creati uguali: alcuni sono più intelligenti degli altri, alcuni sono nati con delle doti che trascendono il normale livello della maggioranza degli uomini. - C'è però un'istituzione in questo paese di fronte alla quale tutti gli uomini sono stati creati uguali. Tale istituzione, signori, è il tribunale. I nostri tribunali hanno i loro difetti, ma, in questo paese, per i nostri tribunali, tutti gli uomini sono stati creati uguali. - Però, signori, ciascun tribunale non è meno fallace della sua giuria,k e una giuria non è meno fallace degli uomini che la compongono. Io confido con voi, signori, vorrete riconsiderare senza parzialità le prove che vi sono state sottoposte, che verrete a una decisione, e restituirete questo imputato alla sua famiglia. In nome di Dio, fate il vostro dovere. La voce di Atticus si interruppe, ed egli voltò le spalle alla giuria.
Voto: 

2 commenti :

  1. L'ha letto e recensito mia sorella. A lei è piaciuto, ma non ho fatto domande, perché intendo leggerlo presto anch'io e non volevo rovinarmi la lettura.
    Alla fine con i classici le aspettative sono sempre molto alte, quindi capisco il tuo stato d'animo.

    P.S. Partecipa al nostro giveaway, in palio un bellissimo libro fantasy!

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    1. No, è sicuramente da leggere come libro. E sì, quello è il problema dei classici, grandi aspettative ogni volta e non sempre ci rimani bene.
      Adesso vengo a vedere il vostro giveaway, grazie dell'invito :)

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